Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova descritte da Isabella Albrizzi nata Teotochi

In-folio (45 cm) (6) IV (2) (1) c. (di tavola). Bella legatura coeva, piatti rivestiti con carta marmorizzata. Soli 160 esemplari impressi in Pisa nell’anno 1809 nelle case dell’editore. Questo è l’esemplare N 100 (numero manoscritto). Tutti gli esemplari sono firmati dai librai-stampatori: Molin Landi (firma manoscritta). Isabella Teotochi Marin Albrizzi (alla nascita Elisabetta Teotochi, greco: Ελισάβετ Θεοτόκη; Corfù, 16 giugno 1760 – Venezia, 27 settembre 1836) è stata una letterata, biografa e saggista italiana di origine greca, amante delle arti e animatrice di un noto salotto letterario. An ato l’infelice matrimonio, Isabella sposò segretamente, nel 1796, l’inquisitore Giuseppe Albrizzi (morto nel 1812). Il suo salotto a Venezia fu uno dei più e dei meglio frequentati. L’affabilità naturale, il pronto ingegno, la grazia dell’aspetto, le attirarono le più alte e inviziate simpatie; caldissimamente l’ammirò il Canova, del quale illustrò le Opere di scultura e di plastica (Pisa 1831, voll. 4). Di alcuni fra i suoi illustri amici e ammiratori scrisse anche i Ritratti (ultima ed., Pisa 1826), quali del Pindemonte, del Canova, del Foscolo, del Cesarotti, dell’Alfieri (di cui difese la Mirra contro le critiche dell’abate Arteaga), del Byron, che l’aveva già chiamata la “Staël Veneziana”; essi le valsero il titolo di “epigrammatica” dal Giordani. Maestra di arti amorose al Foscolo, accese non pochi altri amori. Cicognara 3475

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