Cherebizzi di m. Andrea Calmo. Ne’ quali si contengono varij e ingeniosi discorsi, e fantastiche fantasie filosofiche, compresi in più lettere volgari, nella lingua antica dechiariti. Il rimanente de le piacevole, e ingeniose lettere indirizzate a diversi, con bellissime argutie. Supplimento delle piacevoli, e ingeniose lettere. Indirizzate a diversi, con bellissime argutie.

In-8 3 voll. in uno 86 (2), 54 c. (2), 63 c. (2). Ai frontespizi marca editoriale: Carità (donna con bambino in braccio e altri tre intorno). In alto la scritta Charitas in cornice figurata. Piena pergamena d’epoca. Dorso in parte scollato. Mancante parte della carta bianca tra il secondo e il terzo volume. Al terzo volume: sei carte con fori di tarlo ai margini bianchi interni, in una di queste carte vi è uno strappo che arriva anche al testo ma senza perdite; Carte 41 e 42 mancanti. Dei 43 “discorsi piacevoli del terzo volume, manca la fine de “Al Capitano Gromo” e l’inizio di “Al Dottor Salvatroada”. Prima edizione. Raro. Calmo, Andrea Commediografo e attore nato a Venezia nel 1510 ca. e morto nel 1571. Poche le notizie biografiche sul suo conto. Falsa probabilmente la provenienza da una famiglia di pescatori, tramandata dalla finzione letteraria, mentre presumibilmente appartenne alla piccola borghesia veneziana. Tra i suoi amici vi furono letterati e pittori come Anton Francesco Doni, Pietro Aretino e il Tintoretto. Scrisse commedie di grande successo, da lui stesso interpretate, fino a quando, nel 1560, si ritirò dalle scene. Di lui rimangono anche quattro libri di lettere in dialetto veneziano, vasta congerie di battute e dialoghi di spirito che, oltre a testimoniare ai posteri il gusto della Venezia cinquecentesca, costituirono all’epoca un utilissimo repertorio per la commedia dell’arte. Tra le opere teatrali ricordiamo Le giocose moderne et facetissime ecloghe pastorali, sotto bellissimi concetti, in nuovo sdrucciolo, in lingua materna (Venezia, 1553). Scrisse anche versi in dialetto veneziano, sul modello petrarchesco: Le bizzarre, faconde, et ingeniose rime pescatorie, nella quale si contengono sonetti, stanze, capitoli, madrigali, epitaphij, disperate e canzoni. Et il commento di due sonetti del Petrarcha, in antiqua materna lingua (Venezia, 1553). Farri, Domenico: Tipografo attivo a Venezia, figlio di Cristoforo e fratello di Giovanni e Giovanni Pietro. N. nel 1519, lavorò dapprima con i fratelli a San Zulian, da solo a San Moisè e a San Antonin, in società con Giovanni Bonadio a Santa Sofia. Fu processato per stampa di testi privi d’imprimatur o con privilegi a favore di altri tipografi. Ebbe 11 figli: Onofrio, Giovanni Antonio, Pietro, Ottavio, Benedetto, Girolamo, Luchina, Silvia, Camilla, Pantasilea e uno di cui non si conosce il nome. M. il 1.2.1604. Gli successero i figli Onofrio, Giovanni Antonio e Pietro.

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